lunedì 7 luglio 2014

E' mio: la scoperta degli altri

Oggi parliamo dell'importanza del "mio", ovvero dell'importanza del possesso per un bambino.
Innanzitutto si deve sapere che per poter condividere le proprie cose con il prossimo bisogna avere il concetto di “altri", e ancor prima quello di se stessi.
Un bebè inizia a formarsi una coscienza della propria entità individuale solo quando inizia a esplorare lo spazio intorno a sé gattonando e camminando, ma la vera e propria percezione di sé si sviluppa intorno ai 18-24 mesi, quando infatti il bimbo è in grado di riconoscere la propria immagine in uno specchio e si mostra capace di entrare in empatia con gli altri (ad esempio se un altro bambino piange, cerca di consolarlo con una carezza).
A questo punto diventa possibile e necessario educarlo alla generosità e alla condivisione. Ci sono bimbi con un temperamento più passivo e timido disposti a offrire i loro averi, se richiesti, mentre altri più “autoritari”, si rifiutano, o addirittura si appropriano di quelli altrui. Si può "giocare" con loro mescolando i ruoli, inventando soluzioni di gioco in cui tutti a turno diano e ricevano alternativamente i giocattoli, così si insegna il senso di proprietà. 

La condivisione deve essere comunque una scelta spontanea, non un obbligo. E il senso della proprietà deve diventare una conquista esattamente come quello della condivisione. I primi possessi di un bambino vanno rispettati, proprio perché sono spesso investiti di grande valore affettivo. Così come capita a noi adulti con un oggetto che ci è caro, gli oggetti del bambino gli sono indispensabili per portare sempre con sé un simbolo del calore famigliare.

Per i bimbi, soprattutto utile se si hanno fratellini o sorelline, si può costruire una scatola dei ricordi in cui i piccoli custodiscono i loro oggetti più cari senza che nessuno se ne possa appropriare senza il suo permesso. Se invece ci sono giochi in comune occorre insegnar loro che si gioca tutti insieme ma alla fine del gioco il giocattolo rimane a disposizione di tutti (in casa con fratellini o sorelline, o all'asilo).



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